Ricerca personalizzata

mercoledì 31 dicembre 2008

Marta sui tubi - Cinestetica

All'ultimo giorno di questo 2008 così tormentato, vi voglio lasciare con un gruppo che è il più originale che ci sia sulla piazza italiana degli utlimi anni.

Testi graffianti, musica ipnotica, una bravura così umile da proiettarli nelle migliori band di tutti i tempi.

Questo video in particolare dal titolo "Cinestetica" è tratto dall'ultima fatica discografica "Sushi & Coca" e ha fatto vincere ai Marta sui tubi il premio come Miglior videoclip dell'anno di questo 2008.

E con questo...buon anno a tutti.

martedì 30 dicembre 2008

Trova 160 mila euro e li restituisce ai Carabinieri

(ANSA) - ROMA, 30 DIC -Trova 160mila euro in contanti e assegni davanti alla cassa di una banca cagliaritana e li da' ai carabinieri che risalgono al proprietario.E ridanno la somma al proprietario.E' stata una quarantatreenne impiegata presso un supermercato a trovare il denaro in un contenitore per versamenti vicino alla filiale del Monte dei Paschi di Siena di via Tuveri.La donna, Tiziana Concu, ha portato la cassettina ai carabinieri della stazione Cagliari Villanova, che sono risaliti al titolare Andrea Petretto.

domenica 28 dicembre 2008

"I disoccupati possono dormire tranquilli"

Lo psiconano (Berlusconi ndr)ha detto che "il 2009 per quanto mi riguarda sarà terribile". Ha affermato che le priorità assolute del Governo per fare uscire il Paese dalla crisi saranno la "Riforma della giustizia e la legge sulle intercettazioni". I disoccupati possono dormire tranquilli. Se telefonano alla moglie avranno la sicurezza di non essere intercettati. E anche gli occupati, sempre meno, non devono avere preoccupazioni. Se un amministratore pubblico, pagato dal loro IRPEF, ruba non finirà in galera. Di fronte a un'Italia impoverita, con una previsione di due milioni di disoccupati in più, le parole dello psiconano sono come l'orchestra che accompagnava gli ebrei alle camere a gas a Auschwitz. Questo Governo, dal suo insediamento la scorsa primavera, ha avuto un'unica priorità: evitare a tutti i costi che i politici finiscano in galera, a partire dal presidente del Consiglio. Il lodo Alfano è stato una pietra tombale sulla democrazia. Quattro persone in Italia sono più uguali delle altre. Dei processi Mills e Bassolino si occupano solo i giudici, l'informazione di regime è assente.

Beppe Grillo

venerdì 26 dicembre 2008

AuguriAuguri

mercoledì 24 dicembre 2008

Quel processo non s'ha da dire!

Ora d'aria di Marco Travaglio
l'Unità, 22 dicembre 2008

Per calcolare lo stato della libertà d’informazione in Italia, c’è un’ottima unità di misura: lo spazio dedicato dalla stampa e dai tg nazionali al processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Ros e poi del Sismi, generale Mario Mori, e del suo vice, col. Mario Obinu, per favoreggiamento alla mafia a causa della mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Una cosina da niente. Nemmeno una riga, una parola sulle udienze che si susseguono da metà luglio. In aula non si vede quasi mai un cronista e non è mai entrata una sola telecamera. Una delle rare eccezioni è Lirio Abbate, il valoroso giornalista dell’Ansa che vive sotto scorta per le minacce mafiose dopo aver scritto “I complici” con Peter Gomez. Mercoledì ha firmato tre lanci d’agenzia sulla lunga deposizione del primo testimone d’accusa: il generale Michele Riccio, anche lui ex del Ros, che accusa Mori e Obinu di avergli impedito di catturare Provenzano 13 anni fa in un casolare di Mezzojuso indicato dal mafioso suo confidente Luigi Ilardo, poi assassinato da Cosa Nostra subito dopo aver accettato di collaborare con la giustizia.

Quella sera e nei giorni seguenti nessun giornale né tg nazionale ha ripreso la notizia. Il Tg1, per esempio, era molto impegnato a intervistare il produttore De Laurentiis sul nuovo film-panettone di Christian De Sica. Un vero peccato, perché Riccio ha raccontato di quando Ilardo incontrò Mori e gli avrebbe detto: “Le stragi non le abbiamo fatte solo noi della mafia, ma anche voi dello Stato”. Mori, anziché domandare spiegazioni o fare obiezioni, girò i tacchi e - sempre secondo Riccio - se ne andò senza dire una parola. Poi Riccio s’è soffermato su uno strano vertice nello studio Taormina: “Il mio difensore Carlo Taormina mi fece incontrare il senatore Dell'Utri, con la scusa di studiare le carte del suo processo. Passò a salutarci l'avvocato Cesare Previti (che poi non partecipò alla riunione, ndr)… Taormina mi chiese di dire, nei processi per mafia a Palermo, che Ilardo non mi aveva mai parlato di Dell'Utri”. Invece gliene aveva parlato eccome. Riccio - riferisce l’Ansa - non seguì l'amorevole consiglio di Taormina e mesi dopo gli revocò il mandato. Previti - ricorda Riccio - era presente da Taormina anche in occasione di un’altra riunione. Una presenza interessante, la sua, anche se “inattiva”, visto che - come ricorda Riccio - Previti conosceva bene Mori e “sovente veniva a trovarlo negli uffici del Ros”.

Di più: “Nel 1994 ho visto Mori che dal proprio ufficio spostava in un'altra stanza il piatto d'argento che gli era stato regalato da Previti, commentando con una battuta: ‘Cambiato il governo, si deve cambiare anche la disposizione del vassoio’…”. Dopo aver ricostruito il mancato blitz di Mezzojuso, Riccio riferisce i nomi che Ilardo gli fece prima di morire: nomi delle persone che gli risultavano legate a Cosa Nostra o agli amici degli amici, sulle quali non potè aggiungere altro perché fu ammazzato prima di mettere a verbale le sue dichiarazioni. E, fra gli altri, cita Dolcino Favi, il procuratore generale reggente di Catanzaro che un anno fa tolse a Luigi De Magistris l’inchiesta “Why Not”, e che in passato era stato in servizio a Siracusa. Favi - riferisce l’Ansa - sarebbe stato “gestito” da un avvocato di Lentini “molto legato a un uomo del boss Santapaola”. Dichiarazioni tutte da verificare, s’intende (il processo serve a questo). Ma piuttosto avvincenti e attuali. Peccato che nessuno le racconti.

Ps. Un mese fa, chi scrive fu condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per aver diffamato Previti riportando sull’Espresso il racconto di Riccio ai pm di Palermo sulla presenza dell’ex deputato nello studio Taormina il giorno della riunione fra l’avvocato, l’ufficiale e Dell’Utri. Il Tg1 diede la notizia con grande risalto. Ora che Riccio, in Tribunale, ha ribadito e arricchito il suo racconto, il Tg1 tace. Viva il servizio pubblico.
(Vignetta di Roberto Corradi)

domenica 21 dicembre 2008

Dibattito sul nucleare

Vi raccomando la visione di questo interessantissimo confronto sul nucleare.
Ps: io c'ero.

venerdì 19 dicembre 2008

Antikythera: Un calcolatore con più di 2000 anni

MILANO - Un misterioso congegno meccanico simile ad un orologio. Venne scoperto nel 1901 da alcuni pescatori nelle acque vicino a Antikythera, un'isolotto sperduto nel Mar Ionio della Grecia. Sembrava soltanto un blocco di ruggine agli occhi degli archeologi, che non diedero tanta importanza allo strano reperto ripescato da un veliero affondato. Quando però lo strano oggetto si ruppe nelle stanze degli archivi del Museo di Atene dov'era custodito vennero alla luce delle ruote dentate - gli scienziati si accorsero subito di essere di fronte a qualcosa di molto particolare. Era stato trovato il più vecchio "elaboratore" del mondo. Secondo gli scienziati del tempo il meccanismo di Antikythera era stato costruito per effettuare complicati calcoli astronomici: dal moto del Sole e della Luna nello Zodiaco a quello dei pianeti, ma anche per determinare le eclissi.

COPIA ESATTA - Si calcola che il meccanismo sia stato costruito 150 anni prima della nascita di Cristo. E' composto da una trentina di ingranaggi in bronzo con una sottile dentatura. Gli archeologi parlarono di un capolavoro dell'ingegneria, uno straordinario reperto di tecnologia antica. Poi per un secolo più nulla. Ora, Michael Wright, ex curatore della sezione di Ingegneria Meccanica del Museo delle Scienze di Londra, ha ricostruito l'antico apparecchio. Una copia esatta: con le stesse dimensioni, gli stessi materiali riciclati. Insomma, quasi come l'originale. E la cosa incredibile è che questa copia - teoricamente - funziona nello stesso modo dell'originale. In un video pubblicato su YouTube nei giorni scorsi, ripreso dai maggiori blog e riviste tecnologiche, il ricercatore spiega il funzionamento del computer Antikythera.

PREVISIONI - I comandi, dice Wright, sono relativamente semplici: girando una manopola, posta sul lato dell'oggetto, è possibile scorrere i quadranti sovrapposti e, dalla combinazione di questi, prevedere i vari eventi astronomici. Basandosi sui modelli dell'antica Grecia si possono anche raffigurare le posizioni dei vari corpi celesti. Sulla parte davanti di questo blocco di bronzo era possibile notare delle iscrizioni del calendario greco ed egizio mentre le lancette mostravano le posizioni della Luna e degli allora cinque pianeti conosciuti. Sul retro, invece, due indicatori: uno mostrava un calendario di 19 anni e le Olimpiadi e il secondo quando ci sarebbero state eclissi di Luna e solari.

ZONE D'OMBRA - Da decenni il meccanismo di Antikythera non ha mancato di suscitare impressione ed interrogativi presso molti studiosi. La sua reale funzione è rimasta sconosciuta per lungo tempo, il suo utilizzo e fino ad oggi stato chiarito solo in parte. Infatti, ci sono ancora molte zone d'ombra sul funzionamento di questo strumento. Nel frattempo si sa che le poche incisioni decifrate sono una sorta di guida pratica.www.corriere.it

giovedì 18 dicembre 2008

Processo Mills: chiesti 4 anni e 8 mesi di reclusione. Berlusconi salvato dal Lodo Alfano.

MILANO (Reuters) - Al termine della sua requisitoria, il pm di Milano Fabio De Pasquale ha chiesto oggi una condanna a quattro anni e otto mesi di carcere per l'avvocato britannico David Mills, imputato in un processo per corruzione giudiziaria in cui a ottobre è stata stralciata la posizione del premier Silvio Berlusconi.

Al centro del procedimento c'è l'accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla, le informazioni su due società off-shore usate da Mediaset, secondo la procura, per creare fondi neri.

Sia Berlusconi sia Mills hanno sempre respinto le accuse, e il gruppo di Segrate ha ribadito in più occasioni in diverse note la propria correttezza e trasparenza.

Ai primi di ottobre la posizione di Berlusconi è stata stralciata dopo che i giudici del tribunale di Milano hanno deciso di trasmettere gli atti del processo alla Consulta, chiamata ad esprimersi sulla legittimità costituzionale del lodo Alfano, che sospende i processi in corso per le quattro più alte cariche dello Stato, incluso il premier.

martedì 16 dicembre 2008

Il 2008 si allunga di un secondo

Il 2008, con tutti suoi guai economici, non vuol proprio finire. E ci farà soffrire (ma qualcuno certamente gioirà) un secondo di più. Il Naval Observatory di Washington che governa il tempo americano, ma di fatto quello del pianeta perché controlla buona parte degli orologi atomici di riferimento nel mondo, ha deciso di aggiungere alle 24 ore del 31 dicembre un altro secondo quando nella capitale degli States saranno le 18, 59 primi e 59 secondi.

«Guarderemo l'orologio, ma siamo sicuri che non succederà nulla — precisa Geoff Chester, portavoce dell'Osservatorio — sarà soltanto una celebrazione anticipata dell'anno nuovo». In Italia, per la differenza del fuso orario, l'aggiornamento sposterà di un secondo il brindisi della mezzanotte. Tenendo conto che quest'anno era anche bisestile, il 2008 è da record. L'intervento degli scienziati americani è necessario per tener conto del progressivo rallentamento della rotazione della Terra causato da fatti naturali come l'azione di marea esercitata dalla forza gravitazionale della Luna, oppure dal Sole, ma anche da grandi eventi analoghi allo tsunami in Indonesia nel dicembre 2004. È tutto normale, comunque: lo studio dei depositi mareali di circa novecento milioni di anni fa raccolti in varie parti del mondo, dallo Utah all'Indiana, dall'Alabama all'Australia, dimostrano che allora il giorno era di circa 18 ore. E quindi continuando a rallentare, fra qualche centinaio di milioni di anni il giorno sarà di addirittura di un paio di mesi. Tutto cambia inesorabilmente. Oggi, però, il tempo è diventato un riferimento importante perché ogni marchingegno elettronico ha a che fare con l'orologio: dai computer ai satelliti, ai cellulari. Ed è stata la diffusione di queste tecnologie che ha reso necessario da una parte misurare meglio il tempo e dall'altra aggiornare il suo scandire secondo i ritmi astronomici.

Per questo nel 1949 il National Bureau of Standard negli Stati Uniti installava il primo orologio atomico il quale calcolava il secondo in base alla frequenza di risonanza di un atomo. Solitamente si è impiegato il cesio, ma ora sui satelliti di navigazione europei Galileo si farà ricorso per la prima volta al maser a idrogeno più preciso e tra l'altro costruito dalla società italiana Selex Galileo con l'Osservatorio di Neuchatel in Svizzera. Intanto dagli anni Cinquanta i vari organismi internazionali discutevano su come intervenire. Proprio per rispondere a queste necessità il Naval Observatory, un luogo celebre perché sotto la sua cupola Hasaph Hall scopriva i due satelliti di Marte, Phobos e Deimos, e ora ospita l'International Earth Rotation Service, dal 1972 iniziava a tener conto del rallentamento della rotazione terrestre adeguando il battito degli orologi atomici al fine di mantenerli in sintonia con il comportamento del pianeta. Da allora a giugno o in dicembre gli astronomi resettavano i quadranti digitali aggiungendo un secondo. È accaduto quasi tutti gli anni: l'intervallo più lungo in cui non sono intervenuti è stato dal 1998 al 2005, l'anno dell'ultimo aggiornamento, il ventitreesimo (nel 1972 ne hanno compiuti due). E con il 2008 hanno «regalato» 24 secondi al valore medio storico che stabiliva la lunghezza del giorno in 86.400 secondi, valido, però, nel 1820. Il tempo scorre l'uomo e la Terra lo devono rincorrere. E la frontiera per dominarlo è rappresentata da orologi su un chip a ioni di mercurio. I progettisti del National Institute of Standard and Technology statunitense ne hanno sperimentato un prototipo in laboratorio e dicono che sbaglia solo di un secondo ogni 4,5 miliardi di anni, l'età della Terra.

Giovanni Caprara sul Corriere della Sera

lunedì 15 dicembre 2008

Appello Fini-Travaglio

di Massimo Fini e Marco Travaglio

Con l’annuncio di Silvio Berlusconi di voler cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza si è giunti al culmine di un’escalation, iniziata tre lustri fa, che porta dritto e di filato a una dittatura di un solo uomo che farebbe invidia a un generale birmano.

Da un punto di vista formale la cosa è legittima. La nostra Carta prevede, all’articolo 138, i meccanismi per modificare le norme costituzionali. Ma farlo a colpi di maggioranza lede i fondamenti stessi della liberal-democrazia che è un sistema nato per tutelare innanzitutto le minoranze (la maggioranza si tutela già da sola) e che, come ricordava Stuart Mill, uno dei padri nobili di questo sistema, deve porre dei limiti al consenso popolare. Altrimenti col potere assoluto del consenso popolare si potrebbe decidere, legittimamente dal punto di vista formale, che tutti quelli che si chiamano Bianchi vanno fucilati. Ma la Costituzione non ha abolito la pena di morte? Che importa? Si cambia la Costituzione. Col consenso popolare. Elementare Watson. Senza contare che a noi la Costituzione del 1948 va bene così, e non si vede un solo motivo per stravolgerla (altra cosa è qualche ritocco sporadico per aggiornarla).

Com’è possibile che in una democrazia si sia giunti a questo punto? Non fermando Berlusconi sul bagnasciuga, permettendogli, passo dopo passo, illiberalità e illegalità sempre più gravi. Prima il duopolio Rai-Fininvest (poi Mediaset) che è il contrario di un assetto liberal-liberista perché ammazza la concorrenza e in un settore, quello dei media televisivi, che è uno dei gangli vitali di ogni moderna liberaldemocrazia. Poi un colossale conflitto di interessi che si espande dal comparto televisivo a quello editoriale, immobiliare, finanziario, assicurativo e arriva fino al calcio. Quindi le leggi “ad personas”, per salvare gli amici dalle inchieste giudiziarie, “ad personam” per salvare se stesso, il “lodo Alfano”, che ledono un altro dei capisaldi della liberaldemocrazia: l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Infine una capillare, costante e devastante campagna di delegittimazione della Magistratura non solo per metterle la mordacchia (che è uno degli obbiettivi, ma non l’unico e nemmeno il principale della cosiddetta riforma costituzionale), ma per instaurare un regime a doppio diritto: impunità sostanziale per “lorsignori”, “tolleranza zero”, senza garanzia alcuna, per i reati di strada, che sono quelli commessi dai poveracci.

Presidente del Consiglio, padrone assoluto del Parlamento e di quei fantocci che sono i presidenti delle due Camere, padrone assoluto del centro-destra, se si eccettua, forse, la Lega, padrone di tre quarti del sistema televisivo, con un Capo dello Stato che assomiglia molto a un Re travicello, Silvio Berlusconi è ormai il padrone assoluto del Paese e si sente, ed è, autorizzato a tutto. Recentemente ha avuto la protervia di accusare le reti televisive nazionali, che pur controlla nella stragrande maggioranza (ieri, in presenza del suo inquietante annuncio, si sono occupate soprattutto della neve), di “insultarlo”, di “denigrarlo”, di essere “disfattiste” (bruttissima parola di fascistica memoria), di parlare troppo della crisi economica e quasi quasi di esserne la causa (mentre lui, il genio dell’economia, non si era accorto, nemmeno dopo il crollo dei “subprime” americani, dell’enorme bolla speculativa in circolazione).

Poi, non contento, ha intimidito i direttori della Stampa e del Corriere (il quale ultimo peraltro se lo merita perché ha quasi sempre avallato, con troppi silenzi e qualche adesione, tutte le illegalità del berlusconismo) affermando che devono “cambiare mestiere”.

Questa escalation berlusconiana ci spiega la genesi del fascismo. Che si affermò non in forza dei fascisti ma per l’opportunismo, la viltà, la complicità (o semplicemente per non aver capito quanto stava succedendo) di tutti coloro che, senza essere fascisti, si adeguarono.

Ma sarebbe ingeneroso paragonare il berlusconismo al fascismo. Ingeneroso per il fascismo. Che aveva perlomeno in testa un’idea, per quanto tragica, di Stato e di Nazione. Mentre nella testa di Berlusconi c’è solo il suo comico e tragico superego, frammisto ai suoi loschi interessi di bottega.

Una democrazia che non rispetta i suoi presupposti non è più una democrazia. Una democrazia che non rispetta le sue regole fondamentali non può essere rispettata. A questo punto, perché mai un cittadino comune dovrebbe rispettarla, anziché mettersi “alla pari” col Presidente del Consiglio? “A brigante, brigante e mezzo” diceva Sandro Pertini quando lottava contro il totalitarismo. O per finirla in modo più colto: “Se tutto è assurdo”, grida Ivan Karamazov “tutto è permesso”.

Massimo Fini
Marco Travaglio

Per aderire: controilregime@gmail.com
(Ricordatevi di dare il consenso a pubblicare i vostri dati)

Le prime adesioni
Gianni Barbacetto
Oliviero Beha
Furio Colombo
Pino Corrias
Maria José De Lancastre
Peter Gomez
Beppe Grillo
Sabina Guzzanti
Antonio Tabucchi
Vauro

L'elenco completo delle adesioni

(Vignetta di Natangelo)

AGGIORNAMENTO (o meglio) APPROFONDIMENTO

domenica 14 dicembre 2008

Raggelante tradimento

venerdì 12 dicembre 2008

Settore latte in crisi

VILLAFRANCA | «Se andiamo avanti di questo passo, saremo costretti a chiudere. La situazione si è fatta insostenibile su diversi fronti». Si sfoga così Carlo Fauda, agricoltore villafranchese socio della cooperativa Bonlatte con sede a Milano ma che raccoglie gran parte del latte al confine tra le provincie di Torino e Cuneo con un bacino che passa da Villafranca, Centallo, Pinerolo, Dronero, Savigliano, ecc. Diverse le questioni tirate in ballo a partire dal prezzo eccessivamente basso del latte, alle multe per la produzione eccessiva contro una importazione dall’estero. «Il Piemonte in generale è troppo penalizzato rispetto alle altre regioni – continua Fauda – per raggiungere la vendita a 38 centesimi litro si devono consegnare 80 quintali di produzione giornalieri: traguardo che raggiungono poche aziende che si possono contare sulle dita di una mano. Se oltre a questo si aggiunge che gli agricoltori sono costretti a pagare multe per lo splafonamento di produzione quando si aggira intorno ai 4 miliardi di euro l’importazione di latte estero…il settore sta entrando in crisi». L’accento in modo particolare viene posto sul rapporto qualità-prezzo: gli agricoltori sostengono infatti che per produrre un latte di alta qualità si arriva intorno ai 40 centesimi litro per le sole spese: prezzo che non viene nemmeno raggiunto da chi produce grandi quantità di latte. «Credo sarebbe necessario – conclude Carlo Fauda – che le associazioni e gli assessori si impegnassero ad aiutare e salvare le aziende piuttosto che andare ai processi».

giovedì 11 dicembre 2008

1000 visite!!

Oggi il contatore ha superato i mille accessi...grazie davvero a tutti.

mercoledì 10 dicembre 2008

Easy handcuffs

Zorro
l'Unità, 10 dicembre 2008


Arrestato per corruzione e frode il governatore democratico dell’Illinois, Rod Blagojevich: dopo mesi di intercettazioni, è accusato di aver tentato di vendere la poltrona senatoriale liberata da Obama. L’Fbi - rivela il Chicago Tribune - indagava su di lui da tre anni per tangenti in cambio di assunzioni. “Le accuse sono sconvolgenti”, dichiara il procuratore Fitzgerald: “Blagojevich ha preso tangenti e usato il suo incarico per frenare la libertà di critica della stampa”. Immediate le reazioni. George Neapolitan è “allarmato per l’ennesima guerra fra politica e magistratura” e chiede gli atti alla procura. Il Csm si prepara a trasferire Fitzgerald in Alaska. Silvio Dwarf è solidale con Blagojevich, “vittima delle manette facili e del giustizialismo delle toghe rosse che calpestano la privacy”. Sull’Evening Courier, Angel Whitebread domanda: “Era proprio necessario questo arresto-spettacolo?”. Casparr, Chikkitt, Bondy e Little Sheep denunciano in una nota “l’abuso di intercettazioni e il circuito mediatico-giudiziario, impensabili nelle vere democrazie come gli Usa”. Little Angel Alphanous invia gl’ispettori a Springfield e invita i democratici a “votare le mie riforme della giustizia e delle intercettazioni”. Max Little Moustache e Anne Fennel aprono al dialogo. Per Lucian Violator “i giudici han troppo potere sui politici, dobbiamo riscrivere la Costituzione con Blagojevich, non appena sarà scarcerato”. Daniel Big Nipple sfida i democratici: “Ora chiedano scusa ad Al Capone”. In un pizzino rinvenuto per caso, Nicholas The Tower scrive: “Io non posso dirlo, ma queste intercettazioni cominciano a starmi sul cazzo”.
(Vignetta di Roberto Corradi)

martedì 9 dicembre 2008

Incidente fatale per Luca Battisti

VILLAFRANCA | Un ponte dell’Immacolata costellato dal dolore per Villafranca che ha assistito inerme al tragico incidente nella notte di sabato scorso. Luca Battisti, di 19 anni stava tornando a casa con la sua Fiat Punto dopo una serata con gli amici in cui si era festeggiato in discoteca servendosi di un servizio bus. Rientrato in paese ha preso la macchina per tornare a casa in frazione Madonna Orti a pochi chilometri dal centro del paese. La fatalità ha visto l’auto sbandare per colpa di una piccola curva gelata dal freddo di questi giorni, l’auto ha finito la sua corsa in un fosso a bordo strada proprio in corrispondenza di un piccolo ponticello in cemento.

A trovare Luca è stato un amico che passava di li pochi minuti più tardi sulla strada provinciale che collega Villafranca con Faule, sul posto sono subito intervenuti i carabinieri e il 118 ma purtroppo non c’è stato più nulla da fare. Sulla soglia dei 20 anni (li avrebbe compiuti il 9 gennaio) il ragazzo figlio unico studiava ingegneria presso l’Università degli studi di Torino e lascia nel dolore la mamma Piera e il papà Gianfranco, operaio alla Neograph di Moretta. L’ultimo saluto si è svolto questa mattina nella parrocchia di Santo Stefano dove tutto il paese si è stretto a cordoglio dei suoi famigliari e amici.

Articolo in uscita su La Gazzetta di Saluzzo di giovedì 11 dicembre 2008

lunedì 8 dicembre 2008

"NIENTE DI GRAVE" di Justine Levì ed. Frassinelli

Louise e Adrien una vita perfetta, un’amore da sogno, uno di quelli che tutte le ragazzine vogliono, uno di quelli che inizia in fasce, nell'adolescenza e che continua nonostante l’età adulta.
Fino a che un giorno arriva una donna più giovane, più bella, nuova.

Adrien lascia il vecchio per il nuovo e Louise crolla, l’ombra gelida della solitudine e dell’essere sbagliata l’avvolge senza lasciarla.
Louise passerà molto tempo sul fondo prima di scoprire, risvegliandosi anche grazie a un amore paziente che l’accompagnerà in questa ripresa, che forse la persona che amava non era così perfetta, e che ogni scelta fatta era per incrementare il puro egoismo di Adrien.
Un libro sulle svolte improvvise e dolorose, che portano le persone ad affondare per poi una volta risalite, guardarsi indietro con occhio distaccato e dire che tutto sommato, non è niente di grave.


Ricominciare è quello che conta

"UN POSTO NEL MONDO" di Fabio Volo

Due amici, due amici per la vita di quelli che condividono tutto sogni, ideali, ragazze e serate. Michele e Federico.

Una vita costante e quotidiana poi, improvvisamente Federico parte. Stanco della monotonia dei suoi giorni. Michele resta coi ciclamini, sconvolto sul come si possa abbandonare tutto, persino lui, di punto in bianco.

Sarà lo svolgersi degli eventi e il tempo a fargli capire che spesso, abbandonare tutto per trovare se stessi, per lasciarsi andare, serve a cadere verso l’alto, a capire le scelte della vita e che a volte, le minestre riscaldate sono più buone che appena fatte.

Un libro sulle scelte che ognuno di noi vorrebbe fare per spezzare la monotonia, un libro che da speranza alle relazioni perfette nei momenti sbagliati. Un libro di svolta, che segna la crescita di Fabio Volo.

Per chi cerca una ragione alla vita, un posto nel mondo

domenica 7 dicembre 2008

La Honda lascia la Formula 1

Da Il secolo XIX.it

“Il potere dei sogni” si spegne e cede il passo alla realtà: Honda Motor accantona il suo motto più caro (the power of dreams) e annuncia il ritiro dalla Formula Uno, a fine 2008. È l’ad del gruppo, Takeo Fukui, a rendere pubblica quella che definisce una «decisione difficile», strettamente legata al «contesto operativo in rapido deterioramento». Lo scenario dell’auto a livello globale, spiega, «è peggiorato e rende la ripresa del settore difficile: per questo abbiamo deciso di utilizzare le risorse aziendali nel modo più efficiente possibile». È un vero e proprio segnale di austerità che il manager lancia nell’ampia e stipata sala al primo piano della sede centrale di Honda, nell’elegante quartiere Aoyama di Tokyo: il il ritiro dalla Formula Uno genererà risparmi prudenziali di almeno 50 miliardi di yen (420 milioni di euro), pari alle spese annue sostenute per tenere la squadra nel circuito. Il budget era da tempo già finito nel mirino di alcuni azionisti della compagnia, insoddisfatti della performance di Borsa dei titoli, dell’andamento gestionale e del ritorno pubblicitario modesto, visti i risultati sportivi poco brillanti della stagione 2008: 11 punti conquistati da Rubens Barrichello e 3 da Jenson Button. In tempi di crisi, con Honda già impegnata a ridurre il personale (da ultimo il mancato rinnovo dei contratti per 500 lavoratori e tempo determinato) per salvare i margini sempre più sotto pressione e con Toyota a fare altrettanto e a tagliare del 10% il bonus annuale a migliaia di manager, Fukui potrebbe, secondo indiscrezioni, decidere di alleggerire pure l’impegno nel settore agonistico delle motociclette. La Borsa di Tokyo non ha festeggiato l’annuncio di Honda (-1,9% i titoli), anticipato peraltro ieri sera dalla stampa a Londra. Diversi esponenti del governo del Sol Levante hanno espresso amarezza di fronte a una notizia che assume i contorni di una sconfitta e di un duro colpo all’orgoglio nazionale. «Come tifoso di Formula Uno sono dispiaciuto», ha osservato il ministro delle Finanze, Shoichi Nakagawa, ma la scelta «di continuare o meno fa capo ai manager». «È un peccato che Honda, uno dei marchi più famosi al mondo lasci», ha rilevato il capo di gabinetto, Takeo Kawamura. «Una vera sorpresa», secondo Mitsuo Kawagishi, sindaco di Suzuka la città che l’anno prossimo, dopo la parentesi del circuito Fuji, ospiterà di nuovo il Gran Premio del Giappone («si terrà», assicura il numero uno della Honda). Di sicuro, al momento, si chiude la parentesi delle quattro ruote, ricominciata appena nel 2000, dopo un’assenza di sette anni, per spingere il valore del marchio: «avvieremo le consultazioni con gli associati di Honda Racing F1 Team e il fornitore di motori Honda Racing Development in relazione al futuro delle due compagnie, che includerà anche l’offerta di vendita del team», dice ancora Fukui. E, quanto alla possibile cessione, termini e tempi appaiono piuttosto stretti se si considera che il nuovo campionato prenderà il via a fine marzo. Per la Formula Uno, il disimpegno della casa nipponica è un brutto colpo, che potrebbe causare un effetto domino e spingere altri costruttori (magari la stessa Toyota) ad abbandonare il mondo delle monoposto. E in tanti potrebbero seguire la sorte dell’ex direttore tecnico della Ferrari, Ross Brawn, che scritturato da Honda a fine 2007 per guidare il team, dovrà cercare un’altra scuderia.

venerdì 5 dicembre 2008

Vigna di Chececo


Un doveroso grazie all'amico Ceco che mi ha gentilmente regalato questa vigna ispirata al blog che state leggendo. In poche parole ha centrato a pieno il senso di questo blog. Un grazie sincero.

Se volete vedere questa e altre vigne andate a visitarlo su http://www.chececo.blogspot.com/