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domenica 7 dicembre 2008

La Honda lascia la Formula 1

Da Il secolo XIX.it

“Il potere dei sogni” si spegne e cede il passo alla realtà: Honda Motor accantona il suo motto più caro (the power of dreams) e annuncia il ritiro dalla Formula Uno, a fine 2008. È l’ad del gruppo, Takeo Fukui, a rendere pubblica quella che definisce una «decisione difficile», strettamente legata al «contesto operativo in rapido deterioramento». Lo scenario dell’auto a livello globale, spiega, «è peggiorato e rende la ripresa del settore difficile: per questo abbiamo deciso di utilizzare le risorse aziendali nel modo più efficiente possibile». È un vero e proprio segnale di austerità che il manager lancia nell’ampia e stipata sala al primo piano della sede centrale di Honda, nell’elegante quartiere Aoyama di Tokyo: il il ritiro dalla Formula Uno genererà risparmi prudenziali di almeno 50 miliardi di yen (420 milioni di euro), pari alle spese annue sostenute per tenere la squadra nel circuito. Il budget era da tempo già finito nel mirino di alcuni azionisti della compagnia, insoddisfatti della performance di Borsa dei titoli, dell’andamento gestionale e del ritorno pubblicitario modesto, visti i risultati sportivi poco brillanti della stagione 2008: 11 punti conquistati da Rubens Barrichello e 3 da Jenson Button. In tempi di crisi, con Honda già impegnata a ridurre il personale (da ultimo il mancato rinnovo dei contratti per 500 lavoratori e tempo determinato) per salvare i margini sempre più sotto pressione e con Toyota a fare altrettanto e a tagliare del 10% il bonus annuale a migliaia di manager, Fukui potrebbe, secondo indiscrezioni, decidere di alleggerire pure l’impegno nel settore agonistico delle motociclette. La Borsa di Tokyo non ha festeggiato l’annuncio di Honda (-1,9% i titoli), anticipato peraltro ieri sera dalla stampa a Londra. Diversi esponenti del governo del Sol Levante hanno espresso amarezza di fronte a una notizia che assume i contorni di una sconfitta e di un duro colpo all’orgoglio nazionale. «Come tifoso di Formula Uno sono dispiaciuto», ha osservato il ministro delle Finanze, Shoichi Nakagawa, ma la scelta «di continuare o meno fa capo ai manager». «È un peccato che Honda, uno dei marchi più famosi al mondo lasci», ha rilevato il capo di gabinetto, Takeo Kawamura. «Una vera sorpresa», secondo Mitsuo Kawagishi, sindaco di Suzuka la città che l’anno prossimo, dopo la parentesi del circuito Fuji, ospiterà di nuovo il Gran Premio del Giappone («si terrà», assicura il numero uno della Honda). Di sicuro, al momento, si chiude la parentesi delle quattro ruote, ricominciata appena nel 2000, dopo un’assenza di sette anni, per spingere il valore del marchio: «avvieremo le consultazioni con gli associati di Honda Racing F1 Team e il fornitore di motori Honda Racing Development in relazione al futuro delle due compagnie, che includerà anche l’offerta di vendita del team», dice ancora Fukui. E, quanto alla possibile cessione, termini e tempi appaiono piuttosto stretti se si considera che il nuovo campionato prenderà il via a fine marzo. Per la Formula Uno, il disimpegno della casa nipponica è un brutto colpo, che potrebbe causare un effetto domino e spingere altri costruttori (magari la stessa Toyota) ad abbandonare il mondo delle monoposto. E in tanti potrebbero seguire la sorte dell’ex direttore tecnico della Ferrari, Ross Brawn, che scritturato da Honda a fine 2007 per guidare il team, dovrà cercare un’altra scuderia.

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