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mercoledì 5 novembre 2008

Silvio Barackone

Di Pino Corrias

Secondo il nostro invidiabile ministro degli Esteri Franco Frattini “i punti di contatto tra Berlusconi e Obama si notano”. Eccome se si notano. A cominciare dall’altezza, dalla struttura longilinea, dal portamento, dal taglio dei capelli, dall’accento, e naturalmente dal colore della pelle.

Ma lo sguardo professionale di Franco Frattini, esperto di questioni internazionali e di resort maldiviani, va oltre le superfici. Coglie in profondità. Entrambi sono nati in un ghetto (Berlusconi in quello di via Porpora, a Milano), entrambi si sono riscattati con lo studio e con la volontà. Entrambi si riconoscono nel sogno americano, anche se uno dei due solo in versione Dallas e Dinasty.

Le differenze tra l’uno e l’altro sono trascurabili dettagli. Per esempio il giudizio sul quasi ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, che Silvio considera un gigante della Storia, o sulla guerra contro l’asse del Male, che procede per bombardamenti e invasioni, o sulla centralità del petrolio nel Pianeta, o sulla affidabilità dell’amico Putin, o sulla insignificanza del protocollo di Kyoto. Quelli, ci conferma il sempre sereno Franco Frattini, sono punti di dissenso che, grazie al cielo, non si notano.


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